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Centro Eureka: aiuto compiti, psicologia, logopedia e molto altro

centro eureka logo e foto professioniste

Il Centro Eureka, presente ad Osimo (An) e ad Appignano (Mc) offre un’ampia scelta di servizi a sostegno dei bambini e delle famiglie.

Ad Appignano (Mc) il centro Eureka, fin dal 2017, riunisce un team di specialisti nei settori della psicologia, pedagogia, neuropsichiatria, psicomotricità e tutor DSA.

Si tratta dunque di una rete professionale che opera attraverso il confronto e l’integrazione delle competenze reciproche, per offrire sostegno e aiuto alle famiglie.

Quella di Appignano è la sede distaccata dell’originale presente ad Osimo fin dal 2009, studio multidisciplinare di psicologia e psicoterapia nato grazie all’intuizione delle psicologhe Moira Paciotti e Lucia Pavone.

Il centro è nato con l’obbiettivo originario di offrire sostegno allo studio ai ragazzi con Disturbi Specifici di Apprendimento.

Successivamente la formazione continua e il desiderio di rispondere ai bisogni emergenti, hanno portato le fondatrici ad ampliare la tipologia dei servizi e le collaborazioni con diverse professionalità.

centro eureka appignano foto professioniste e logo

Quali servizi offre il centro Eureka Appignano?

Nel centro sono presenti professionisti qualificati, legati a diverse sfere di intervento riguardanti l’età evolutiva.

Costante è poi la collaborazione con le agenzie educative che ruotano intorno ai ragazzi: la famiglia e la scuola.

Esperti di neuropsichiatra infantile, diversi logopedisti, un terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, una pedagogista e una tutor DSA sono a disposizione delle famiglie .

Ampia è la rosa dei servizi offerti, rivolti ai bambini, ai ragazzi, agli adulti:

  • Psicoterapia familiare, individuale e di coppia;
  • Consulenza psicologica e sostegno alla genitorialità;
  • Visite neuropsichiatriche;
  • Valutazione psicodiagnostica e trattamento abilitativo dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento  (dislessia, disgrafia, discalculia e DHD);
  • Sostegno allo studio;
  • Attività di potenziamento neurocognitivo;
  • Trattamenti logopedici;
  • Valutazioni e trattamenti neuro psicomotori.
Centro Eureka Appignano
Il centro Eureka ad Appignano

A chi si rivolge al Centro Eureka?

Eureka è un luogo dove affrontare difficoltà che si possono presentare sia nei bambini, che in età adulta e che possono riguardare l’individuo, la coppia o la famiglia.

Il Centro offre dunque uno spazio per il doposcuola con il sostegno allo studio, l’aiuto a perfezionare le metodologie di studio, e fornisce strategie compensative per eventuali difficoltà.

Si tratta quindi di una risorsa aggiuntiva per le famiglie che crescono insieme ai figli.

Un aiuto per offrire serenità e sostegno a bambini e ragazzi.

Non si tratta solo di un centro aiuto compiti, non è una ludoteca e nemmeno un nido, ma un luogo dove si portano avanti progetti di crescita personale e di inclusione.

centro eureka Osimo, foto delle stanze
Centro Eureka ad Osimo

Valutazioni certificate

Il Centro Eureka! di Osimo è poi accreditato dalla Regione Marche per Diagnosi e certificazioni DSA (Decreto n.175 del 07.06.2018).

Questo significa che le valutazioni effettuate vengono certificate e possono essere comunicate direttamente alla scuola in modo da poter attivare subito una rete di sostegno intorno al ragazzo

ANSIA E DEPRESSIONE

A molte persone capita di sentirsi ansiose e depresse: la morte di una persona cara, il licenziamento dal lavoro, il divorzio ed altre situazioni difficili possono portare una persona a sentirsi triste, in solitudine, spaventata, nervosa o ansiosa.

Questi sentimenti costituiscono delle normali reazioni allo stress della vita, ma alcune persone avvertono queste sensazioni ogni giorno o quasi senza alcun motivo apparente, il che rende difficile portare avanti la normale attività quotidiana: chi ne viene colpito può avere un disturbo d’ansia, di depressione, o entrambi.

DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile.

I comportamenti tipici di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare sono:

  • Digiuno
  • restrizione dell’alimentazione
  • crisi bulimiche (l’ingestione una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangia)
  • vomito autoindotto
  • assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l’aumento ponderale
  • intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso

Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo alimentare, ci sono infatti dei criteri ben precisi che definiscono cosa si intende per “disturbo del comportamento alimentare”.

I principali Disturbi del Comportamento Alimentare sono l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa; altri disturbi sono il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (o Binge Eating Disorder; BED), caratterizzato dalla presenza di crisi bulimiche senza il ricorso a comportamenti di compenso e/o di eliminazione per il controllo del peso e i Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (NAS), categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che, pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.

Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona; sembra che tutto ruoti attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia, come andare in pizzeria o al ristorante con gli amici o partecipare ad un compleanno o ad un matrimonio. Spesso i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non è a tavola, ad esempio a scuola o sul lavoro terminare un compito diventa difficilissimo perché sembra che ci sia posto solo per i pensieri su cosa si “debba” mangiare, sulla paura di ingrassare o di avere un’abbuffata.

Solo una piccola percentuale di persone che soffre di un disturbo alimentare chiede aiuto. Nell’Anoressia Nervosa questo può avvenire perché la persona all’inizio non sempre si rende conto di avere un problema. Anzi, l’iniziale perdita di peso può portare la persona a sentirsi meglio, a ricevere complimenti, a vedersi più magra, più bella e a sentirsi più sicura di sé. In genere sono i familiari che, allarmati dall’eccessiva perdita di peso, si rendono conto che qualcosa non va, tuttavia spesso, quando chiedono spiegazioni, si possono trovare nella difficile situazione di essere insultati o liquidati con frasi del tipo “non ho nessun problema …sto benissimo!”.

Anche chi soffre di Bulimia Nervosa nella maggior parte dei casi si rivolge ad un terapeuta solo molti anni dopo che il disturbo è cominciato. Spesso, come nell’Anoressia, inizialmente non si ha una piena consapevolezza di avere una malattia non solo, il forte senso di vergogna e di colpa possono “impedire” alla persona di chiedere aiuto o semplicemente di confidare a qualcuno di avere questo tipo di problemi. Il fatto di non riconoscere di avere un problema o di usare i sintomi del disturbo alimentare per cercare di risolvere le proprie difficoltà può avere delle importanti conseguenze sulla richiesta di un trattamento.

Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l’alterazione della propria immagine corporea che può giungere a configurarsi in un vero e proprio disturbo. La percezione che la persona ha del proprio aspetto, ovvero il modo in cui nella sua mente si è formata l’idea del suo corpo e delle sue forme, sembra influenzare la sua vita più della propria immagine reale.

Spesso chi soffre di Anoressia, ad esempio, sembra che non riesca a guardarsi in modo obiettivo; l’immagine che rimanda lo specchio è ai loro occhi quella di una ragazza coi fianchi troppo larghi, con le cosce troppo grosse e con la pancia troppo “grande”. Per le persone che soffrono di bulimia l’angoscia può essere ancora più forte per il fatto che il peso normale è in genere considerato un peso abnorme e viene vissuto con forte disagio e vergogna. In entrambe i casi la valutazione di sé stessi dipende in modo eccessivo dal peso e dalla forma del proprio corpo.

Spesso il disturbo alimentare è associato ad altre patologie psichiatriche, in particolare la depressione, ma anche i disturbi d’ansia, l’abuso di alcool o di sostanze, il disturbo ossessivo-compulsivo e i disturbi di personalità. Possono essere presenti comportamenti autoaggressivi, come atti autolesionistici (ad esempio graffiarsi o tagliarsi fino a procurarsi delle piccole ferite, bruciarsi parti del corpo) e tentativi di suicidio. Questo tipo di disturbi occupano uno spazio molto particolare nell’ambito della psichiatria, poiché oltre a “colpire” la mente e quindi a provocare un’intensa sofferenza psichica, essi coinvolgono anche il corpo con delle complicanze fisiche talvolta molto gravi.

DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)

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Il centro Eureka! dal 2008 si occupa di diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) ed è accreditata con il livello di eccellenza dalla Regione Marche (decreto num. 175/ACR del 07.06.2018). L’ambiente accogliente, presente nel centro Eureka, mette a proprio agio i ragazzi e crea il contesto favorevole perché si applichino in maniera proficua; ciò è più difficile in un contesto ambulatoriale e medicizzante.

 

Con il termine DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA e DISCALCULIA. La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici.

Come stabilito dalla Consensus Conference la diagnosi è effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria, Psicologo e Logopedista mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino (“non impara perché non si impegna”) che determinano sofferenze e frustrazioni per il bambino.

Al termine degli incontri diagnostici l’equipe redige un referto scritto indicando il motivo dell’invio, i test utilizzati, la diagnosi conclusiva, la possibilità  dell’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi ed il trattamento più opportuno. Tutti questi elementi sono spiegati in maniera chiara e precisa nell’incontro a conclusione della diagnosi. Se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria può essere utile un trattamento di potenziamento delle fragilità individuate; nelle età successive è più utile un intervento di potenzimento metacognitivo che sia centrato sulle strategie di studio da applicare nelle diverse materie scolastiche e sulle abilità di monitoraggio dei processi di comprensione

Contemporaneamente si sostiene la famiglia in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: miglioramento del clima familiare, riappropriarsi del ruolo di genitore e non di insegnante, ridurre l’ansia della prestazione nel bambino, aumentare l’autostima e la motivazione.

Ottenuta la diagnosi si instaura inoltre una collaborazione tra l’equipe e gli insegnanti e possono essere messi in atto aiuti specifici (trattamenti di potenziamento e di compenso) nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento delle verifiche, l’uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono essere utilizzati anche negli Esami di Stato.

La letteratura fornisce delle indicazioni rispetto agli elementi che rendono più efficace un intervento di potenziamento:

  • sono più efficaci gli interventi ad alta frequenza: sono presenti risultati migliori se il potenziamento viene fatto in cicli di massimo sei mesi, con esercizi per almeno 2 volte a settimana
  • è importante che accanto al lavoro di esercizio “meccanico”, sia presente un lavoro di consapevolezza delle proprie difficoltà e dei propri punti forza
  • è più efficace un potenziamento programmato, ovvero nel quale si sappia già dall’inizio quali aree devono essere potenziate, con quali strumenti e con quali obiettivi
  • il progetto di potenziamento va calibrato su ogni specifica situazione poiché ogni bambino presenta un profilo unico e differente dagli altri

La scuola ha l’obbligo, in caso di DSA certificato, di redigere un piano didattico personalizzato (PDP) entro determinati termini, che cambiano a seconda della data di presentazione della certificazione.

Per i DSA è previsto dall’INPS, se sussistono determinate condizioni, l’erogazione di un contributo  (indennità di frequenza) fino alla maggiore età del bambino. Per fare richiesta di indennità di frequenza i genitori devono rivolgersi al pediatra portando con sé la diagnosi multidisciplinare effettuata.

Ad oggi si può far riferimento ad una NORMATIVA riguardante i disturbi specifici dell’apprendimento.

DIFFICOLTA’ DI COPPIA

La coppia può essere definita come la storia di un incontro che dura, e che, a partire dalla sua nascita, chiama in causa tre elementi: un io, un tu e un noi.

Nella vita di coppia piccole crisi, circoscritte nel tempo, sono da considerarsi fisiologiche: non è sempre semplice condividere le scelte, accordarsi sulle decisioni importanti, gestire il rapporto con i figli e con le rispettive famiglie d’origine. Il confronto conduce inevitabilmente ad una sana conflittualità.

Si parla di crisi di coppia quando i partner vivono un malessere che dura nel tempo e, nonostante il desiderio di cambiamento, i tentativi di risolvere i problemi non hanno dato esito positivo, e la coppia si trova a vivere in uno stato di disagio, di conflitto, di pesantezza, di incomunicabilità. La crisi di coppia non è mai determinata da un solo evento, ma da un insieme di fattori e ha come tratto distintivo il protrarsi nel tempo.

In queste situazioni, può essere utile una terapia di coppia, un intervento terapeutico che mira ad aiutare i membri della coppia a superare le difficoltà che possono nascere in un periodo del loro ciclo di vita. Le difficoltà incontrate possono riguardare: la comunicazione, la gestione dei figli, conflitti, tradimenti.

La psicoterapia di coppia permette il recupero di modalità più adeguate di comunicazione e di gestione della conflittualità, e aiuta i partner a capire se e come recuperare il loro legame, o decidere per la separazione.

È INDICATA QUANDO:

  • Entrambi i membri della coppia sono disponibili a comprendere che cosa non sta funzionando tra di loro.
  • La relazione di coppia crea disagio e sofferenza nei partner, e/o nei figli.
  • è necessario sostenere il partner/convivente in un momento critico (stress, malattia, perdita del lavoro, disagio psicologico, ecc…).