La disgrafia è un disturbo del processo di riproduzione di segni alfabetici e numerici, può essere legata ad un quadro di disprassia o può essere secondaria ad una lateralizzazione incompleta. La scrittura è illeggibile, eccessivamente lenta o eccessivamente veloce.
COME E QUANDO SI MANIFESTA
Nell’ultimo anno della scuola materna è possibile l’individuazione di situazioni problematiche, che si manifestano in un’attività grafica poco strutturata, povera di particolari, in produzioni stereotipate poco fantasiose, in difficoltà a disegnare liberamente utilizzando lo spazio.
Durante i primi due anni della scuola primaria emerge lo sforzo e il disordine nella scrittura che sono in genere determinati dalla fatica nell’apprendimento. In questo lasso di tempo è utile quindi sostenere il bambino attraverso un trattamento di potenziamento al fine di ottenere più miglioramenti possibili.
Le difficoltà che si manifestano più comunemente sono:
- orientarsi ed organizzare lo spazio a disposizione per scrivere: non vengono rispettati i margini del foglio, vengono lasciati spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non sono seguite le linee di scrittura (il bambino scrive “in salita” o “in discesa” rispetto al rigo)
- tenere in modo corretto la penna
- la pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata; talvolta è eccessivamente forte per un eccesso di tensione, talvolta è debole
- ci sono frequenti inversioni nella direzione del gesto
- la copia e la produzione autonoma di figure geometriche non è accurata (tende ad arrotondare gli angoli ed a non chiudere le forme)
- il livello di sviluppo del disegno è spesso inadeguato all’età, è privo dei particolari
- difficoltà nella riproduzione di parole e frasi dalla lavagna
- i grafemi tracciati sono di forma irregolare e a tratti quasi illeggibili
- esiste anche una mancanza di rispetto della dimensione delle lettere, riprodotte troppo grandi o troppo piccole, e spesso alternate tra loro
- il ritmo di scrittura risulta alterato; il bambino scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza
- generalmente anche la posizione del corpo appare inadeguata: il gomito non è appoggiato sul banco, il busto viene inclinato in modo eccessivo. La mano non scrivente non risulta coinvolta, mentre essa dovrebbe aiutare a tenere fermo il quaderno.
COSA DEVONO FARE GENITORI E INSEGNANTI
Genitori ed insegnanti NON devono mai forzare il bambino ad usare una mano (ad esempio la destra) anziché un’altra nel periodo in cui inizia ad afferrare gli oggetti ed è, per molto tempo, ambidestro (usa indifferentemente la mano destra e la mano sinistra) in maniera naturale.
Sarà lui, spontaneamente, a scegliere la sua mano predominante, cioè la mano maggiormente usata, quindi la mano scrivente: la destra per i destrimani, la sinistra per i mancini.
A volte la disgrafia è originata proprio dalla forzatura effettuata sulla mano non predominante.
Esistono numerosi accorgimenti che possono essere usati a scuola:
- Usare molti aiuti visivi, come proiettori, video, diapositive, mini-tabelle, tabelloni, grafici fatti al computer, diagrammi, tavole, frecce/punti evidenziati/sottolineature, immagini per spiegare qualsiasi materia, anche l’insegnamento delle lingue straniere
- Scrivere in maniera netta e precisa sulla lavagna, usando gessetti colorati o evidenziatori colorati per enfatizzare le diverse sezioni
- Dare le nuove informazioni più di una volta sola
- Ridurre al minimo il rumore e le distrazioni visive all’interno e all’esterno della classe
- Dare consegne brevi
- Usare giochi e canzoni che favoriscano la ripetizione
- Cercare continuamente le opportunità per lodare l’allievo e per costruirne l’autostima
- Fare verifiche orali ogni volta sia possibile
- Non paragonare l’allievo agli altri allievi
- Non ignorare i segnali che indicano la sua perdita di concentrazione o la sua mancata comprensione
- Preparare l’allievo con grande anticipo su ogni cambiamento previsto, e continuare a ricordarglielo finché non avviene
- Evitare nella maniera più assoluta l’uso del sarcasmo, della critica continuata, e non richiamare l’attenzione dei bisogni diversi dell’allievo nei confronti dei compagni. Riconoscere che quell’allievo risponderà meglio in maniera significativa se incoraggiato e se i suoi risultati positivi verranno notati e menzionati
- Incoraggiare l’allievo a porre domande, e insegnargli il modo in cui farle
- Accettare compiti scritti a macchina o al computer
- Permettere all’allievo di porti domande dopo aver iniziato la consegna e dopo aver riscontrato i primi problemi: questo gli consentirà di compiere appropriatamente la consegna e di ricevere correzioni
- Assicurarsi che gli allievi si sentano sicuri e protetti nella classe
- Aiutare gli allievi a sentirsi a loro agio nel chiedere assistenza
ASSOCIAZIONE CON ALTRI DISTURBI
La difficoltà manifestata nella riproduzione di segni alfabetici e numerici riguarda esclusivamente il grafismo e non è legata alla corretta acquisizione delle regole ortografiche e sintattiche. Tuttavia l’ acquisizione delle regole ortografiche risulta difficoltosa a causa dell’impossibilità di rilettura ed autocorrezione. Proprio per questa ragione la disgrafia risulta essere spesso associata alla dislessia ed alla disortografia.
QUANDO SI FA LA DIAGNOSI
In terza elementare generalmente il gesto è abbastanza automatizzato da lasciar spazio alla spontaneità e, di conseguenza, può essere evidenziata la presenza di questo disturbo.
COSA FARE DOPO LA DIAGNOSI
Innanzitutto è necessario tranquillizzare il bambino: mediamente, infatti, i bambini disgrafici sono più intelligenti dei loro coetanei non disgrafici.
La prevenzione, il potenziamento e la compensazione sono tutti elementi importanti per il trattamento della disgrafia. Si possono prevenire molti problemi mediante un training precoce. C’è bisogno infatti di esercizi specificatamente designati per incrementare la potenza e la destrezza che possono però essere raccomandati da uno specialista il quale mette a punto progetti di intervento individualizzati.
Alla fine di tutto questo processo i soggetti sottoposti a training possono avere dei vantaggi derivanti dalla riabilitazione o dalle compensazioni che si sono instaurate. Un metodo efficace consiste nell’insegnare al soggetto l’uso del processore word in modo da sorvolare sulla componente motoria richiesta per l’atto dello scrivere. Per molti, la modalità del toccare i tasti del computer anziché scrivere le lettere offre una nuova opportunità di imparare lo spelling e le regole ortografiche.
Sarebbe utile inoltre far provare differenti strumenti per la scrittura: molti disgrafici trovano le penne con l’impugnatura molto più facili da usare rispetto alle altre. Altre metodologie potrebbero essere quelle di modificare i compiti in classe richiedendo sempre meno di scrivere o dando più tempo a tali soggetti.
Per i soggetti disgrafici il copiare alla lavagna è particolarmente difficile; ecco perché spetterebbe in questo senso agli insegnanti provvedere alla copia delle note. Il fotocopiare gli appunti di un altro studente potrebbe essere un’altra soluzione. Un ulteriore modo per aiutare tali soggetti potrebbe essere quello di fornire uno schema sintetico con spazi a sinistra che devono essere riempiti con informazioni riassuntive dello studente.
COME SCRIVE UN DISGRAFICO
Un esempio di scrittura disgrafica: