L’attenzione è un concetto complesso utilizzato per descrivere un’ampia varietà di fenomeni sia cognitivi che comportamentali.
La disattenzione o la difficoltà nel mantenere l’attenzione per un periodo prolungato di tempo può manifestarsi in situazioni scolastiche: in compiti che richiedono l’applicazione di processi molto controllati, nei compiti prolungati nel tempo, in attività che richiedono una discreta dose di flessibilità cognitiva e l’uso di strategie.
I bambini con questo problema possono incontrare difficoltà a prestare attenzione ai particolari e possono fare errori di distrazione nel lavoro scolastico, che è spesso disordinato e svolto con poca cura. Spesso, sembra che la testa di questi bambini sia altrove, sembra che non ascoltino o che non abbiano capito quanto è stato appena detto loro. Il bambino con difficoltà a mantenere l’attenzione sembra non ascoltare quando gli si parla, non completa i compiti che gli sono stati assegnati, passa frequentemente da un’attività all’altra senza completarne alcuna, perde il materiale o i suoi giochi, e non riesce a fare i compiti autonomamente.
Il bambino disattento è spesso anche molto impulsivo: l’impulsività si manifesta con un’eccessiva impazienza, difficoltà a controllare le proprie reazioni ed eccessiva velocità nel rispondere alle domande, prima ancora che queste siano state completate. E’ segno di impulsività anche la difficoltà ad aspettare il proprio turno e l’intromettersi inopportunamente tra le altre persone, quando stanno parlando tra di loro. Il bambino impulsivo non tollera l’attesa. Alcuni bambini impulsivi sembrano rispondere agli stimoli che ricevono dal contesto in modo inappropriato e agiscono senza pensare.
Le difficoltà legate a questo disturbo possono manifestarsi anche nelle interazioni sociali: i problemi possono sorgere in quanto i bambini impulsivi/iperattivi fanno fatica a modificare e controllare le loro reazioni in risposta a dei cambiamenti nei compiti o nelle situazioni; ossia possono trarre conclusioni sbagliate per quanto riguarda le intenzioni altrui, interpretando un’intenzione ostile quando non esiste.
L’intervento può riguardare diversi ambiti:
- intervento cognitivo con il bambino per aumentare i tempi di attenzione, per ridurre l’impulsività e per imparare strategie di autocontrollo e autoregolazione dei comportamenti
- intervento sull’ambiente scolastico mirato a spiegare agli insegnanti alcuni accorgimenti (dalla disposizione dell’aula fino alle tecniche di rinforzo) per gestire al meglio l’iperattività del bambino e consentirgli di sfruttare le sue capacità intellettive
- sostegno ai genitori per aiutarli ad apprendere strategie educative maggiormente efficaci nella gestione dei comportamenti problematici del bambino